Chi siamo

Chayn Italia è una piattaforma che utilizza tecnologie open source per fornire alle donne che ne hanno bisogno strumenti, informazioni e supporto contro la violenza di genere.

Molte donne che vivono violenza domestica si rivolgono ad internet come prima risorsa per acquisire informazioni che possano aiutarle concretamente a risolvere la loro situazione. La maggior parte delle ricerche non conduce, però, a materiali chiari ed esaustivi.

Attraverso Chayn Italia, chiunque abbia una connessione internet può invece avere accesso diretto ad informazioni e consigli pratici elaborati da volontarie ed esperte, il cui scopo è restituire alle donne la capacità di uscire dalla spirale di violenza.

Chayn Italia mette quindi in rete saperi e competenze e attiva meccanismi di supporto e solidarietà non solo per le donne che si trovano a vivere relazioni violente, ma anche per chi sta loro vicino.

Non vogliamo sostituirci al supporto individuale, ma fornire informazioni utili e consigli immediati a chi si trova in una situazione di difficoltà. Il percorso di Chayn è strettamente legato a quello dei centri anti-violenza, per questo tra le sezioni è possibile trovare una mappatura aggiornata degli insostituibili servizi disponibili sul territorio.

Il progetto Chayn nasce in Pakistan nel maggio 2013 (“Chayn” significa “conforto” in Urdu) e ad oggi conta 130 volontarie/i in 13 paesi diversi. Esistono al momento altre tre piattaforme di Chayn nel mondo: la piattaforma madre Chayn HQ ed i siti nazionali Chayn Pakistan e Chayn India.

Da settembre 2015, più di 50 volontarie hanno deciso di portare il modello Chayn in Italia, un paese in cui più del 30% delle donne dai 16 ai 70 anni subisce violenza nel corso della vita.

La piattaforma nasce dalla collaborazione digitale e territoriale fra alcune volontarie emigrate all’estero e altre sul territorio nazionale. Siamo femministe intersezionali con diverse competenze: ricercatrici, progettiste, operatrici di centri anti violenza, insegnanti, avvocate, grafiche, sviluppatrici web, esperte di comunicazione ed illustratrici.

Il progetto è quindi il punto di incontro di una generazione di donne che, costrette ad emigrare o resistenti sul territorio italiano, hanno deciso di collaborare al cambiamento sociale delle questioni di genere in Italia.

Chayn Italia è un progetto di feminist tech in continua evoluzione: vogliamo crescere e per questo siamo alla ricerca di competenze nuove, soprattutto nel campo del digitale, della grafica e della comunicazione.

Vogliamo inoltre espandere la nostra collaborazione con centri antiviolenza locali, ricercatrici o esperte nel dare supporto a donne che vivono una relazione violenta.

Perché vogliamo usare le nostre competenze per diffondere buone pratiche esistenti, non sostituirle.

Ci hanno aiutato:

Branding: Elena Manfredi. Illustrazioni: Caterina Ljung, Elisa Patrissi, Elisa Talentino, Enrica Casentini, Francesca Balducci, Ilaria Ruggeri, Irene Renon, Michela Nanut, Sarah Mazzetti.

IN COSA CREDIAMO

LA VIOLENZA DI GENERE DERIVA DAI RUOLI IMPOSTI DALLE NORME SOCIALI. 

La violenza di genere non è un problema genetico, ereditario, biologico ma culturale in quanto dipende dalla costruzione sociale dei generi e quindi dallo squilibrio nella distribuzione del potere tra i generi stessi. Infatti, la violenza è nella nostra società trasversale all’estrazione sociale, alla provenienza geografica, alle culture e agli orientamenti politici. I ruoli che la società ci impone differenziano in maniera dogmatica l’uomo – rappresentato come il soggetto che detiene il potere (anche economico) e che deve sempre dimostrare di essere forte, di saper prendere le decisioni per sé e per gli/le altr*, di non mettersi in discussione e di non esporre la propria sensibilità – e la donna – raccontata come il soggetto debole, da proteggere, sensibile e naturalmente propenso alla cura delle/degli altr*. Alla luce di tale costruzione, la violenza, specialmente quella domestica, viene esercitata nel momento in cui l’uomo sente di perdere il potere e il controllo sulla partner ovvero quando la gerarchia dei ruoli sembra vacillare: l’uso della violenza, quindi, serve proprio a ristabilire tale gerarchia, riconducendo la donna a un ruolo di sottomissione rispetto al partner.

LA VIOLENZA DOMESTICA E’ PARTE DELLA VIOLENZA DI GENERE

Questo sito si concentra sulla violenza domestica nella consapevolezza che questa rappresenta una parte considerevole della violenza di genere che, però, si estende anche al di fuori delle mura domestiche: ad esempio, sul lavoro, per strada, nei luoghi di svago e socializzazione.

E’ NECESSARIA UNA LOTTA FEMMINISTA CONTRO LA RETORICA ANTI “GENDER”. 

Questo perché la lotta alla violenza di genere è necessariamente una battaglia femminista che miri alla decostruzione dei ruoli di genere imposti dalla società che definiscono cosa deve voler dire essere “donna” e essere “uomo”. La retorica anti “gender” rappresenta una strategia politica finalizzata a ricollocare la donna all’interno delle mura di casa, mostrificando qualsiasi tentativo di decostruzione del modello di relazioni dominante. In questo contesto, si collocano chiaramente, ad esempio, gli attacchi mediatici e le contestazioni di tutti quegli esperimenti, laboratori, corsi che, all’interno delle scuole, cercano di informare gli studenti e le studentesse sui temi della salute riproduttiva, della contraccezione e di portare avanti un discorso relativo alla decostruzione degli stereotipi di genere.

LA SORELLANZA E’ UNO STRUMENTO FONDAMENTALE. 

La costruzione rigida dei ruoli di genere appena descritta fa sì che ciascuna donna si senta isolata e in dovere di rapportarsi esclusivamente all’uomo per ottenere riconoscimento e apprezzamento. Noi crediamo, invece, che uno strumento centrale per liberarci dalla violenza sia lo scambio di esperienze, di punti di vista e di pratiche tra le donne stesse, tra quei soggetti cioè, che quotidianamente vivono l’oppressione costituita dai ruoli di genere e dalla violenza. Sorellanza significa riconoscerci in quanto donne, esprimendo l’una per l’altra supporto e fiducia. Significa, anche, sradicare l’omertà e il silenzio che circondano il tema della violenza, relegandola all’interno delle mura domestiche in quanto vicenda privata. Significa, infine, supporto reciproco nella vita quotidiana, guardandoci le spalle a vicenda e non voltando la testa dall’altra parte se una di noi ha bisogno di sostegno.

E’ NECESSARIO UN APPROCCIO NON GIUDICANTE. 

Riteniamo che sia fondamentale fornire un supporto positivo, empatico e non giudicante nell’approcciarsi alla violenza domestica: non c’è una soluzione sempre applicabile per uscire da una relazione violenta e solo la donna che la sta vivendo può decidere come e quando farlo; ogni singolo passo per uscire dalla spirale della violenza va sostenuto, soprattutto il processo di riconoscimento della violenza stessa.

E’ IMPORTANTE SUPERARE LA RAPPRESENTAZIONE DELLE DONNE CHE VIVONO UNA RELAZIONE VIOLENTA COME VITTIME. 

Pensiamo che  non sia di alcun aiuto vittimizzare chi subisce la violenza di genere e che sia molto più efficace incoraggiare la donna a prendere coscienza della sua possibilità di scelta, delle sue capacità e della sua forza. Rappresentare le donne che sopravvivono alla violenza domestica come vittime significa, da un lato, riproporre lo stesso immaginario della donna debole e da proteggere che, in molti casi, produce la violenza stessa; e, dall’altro, depotenziare la capacità di scelta e di autodeterminazione delle donne e sminuirne il potenziale di azione.

E’ NECESSARIO CAMBIARE LA NARRAZIONE MEDIATICA DELLA VIOLENZA. 

È fondamentale contribuire ad una nuova narrazione del fenomeno della violenza domestica che viene generalmente raccontata dai media italiani con sensazionalismo e superficialità. Rappresentare la violenza di genere come motivata da raptus di gelosia o follia, difficoltà economiche, abuso di alcol o droghe, piuttosto che come fenomeno radicato nel tessuto sociale, è molto dannoso: l’uomo violento infatti non è un mostro, non è un alieno ma è un uomo che agisce secondo le regole che la società gli insegnato, trattando la partner come un oggetto di possesso su cui esercitare il proprio controllo. La rappresentazione dell’uomo violento come un mostro fa sì che la violenza venga percepita come un fatto isolato e lontano dalla nostra vita quotidiana, facendo risaltare esclusivamente le responsabilità individuali senza inquadrare il fenomeno nel suo insieme.

CHAYN ITALIA DEVE ESSERE UNA PIATTAFORMA E UNA RETE DI ALLEANZE. 

Solo la costruzione di una piattaforma di dialogo tra le realtà esistenti che combattono la violenza di genere permette, infatti, un reale scambio di esperienze, punti di vista, pratiche e strumenti per narrare, affrontare, decostruire e liberarci dalla violenza di genere. Questa piattaforma intende raccogliere ogni genere di contributo su questo tema, spaziando dalle esperienze dei centri antiviolenza, ai materiali autoprodotti, alle iniziative di comunicazione e artistiche, alle pratiche di resistenza e di formazione ecc.

PRODURRE MATERIALI OPEN SOURCE E’ IMPORTANTE.

I materiali di Chayn sono sviluppati con licenza creative commons: sono riproducibili, copiabili e modificabili gratuitamente e liberamente per rispondere ad esigenze di diversi contesti culturali, territoriali e legali. E’  fondamentale condividere risorse per creare soluzioni collettive ed incoraggiare collaborazione. Mobilitando intelligenze collettive e professionali, a partire dalle esperienze di donne che hanno vissuto o vivono violenza domestica, vogliamo migliorare costantemente le nostre risorse. Solo grazie ad un grande numero di contributi e alla diversità delle esperienze possiamo garantire che i contenuti di Chayn Italia riflettano la molteplicità dei percorsi di vita e che siano, quindi, inclusivi ed efficaci.