In questa guida troverai consigli pratici di utilizzo immediato: da come migliorare la propria privacy sui social media a come proteggere il proprio browser, creare password più sicure e promuovere un uso più consapevole delle possibilità offerte dal web.
La tecnologia gioca un ruolo fondamentale nel contrastare la violenza sulle donne e fare rete, ma spesso può costituire un’arma a doppio taglio. Molte donne, infatti, si sentono vulnerabili su internet e spesso hanno paura che chi le minaccia possa tracciare le loro attività in rete o scoprire dove si trovano; senza contare i tanti abusi che si possono subire online (foto pubblicate senza il proprio consenso, intrusioni nei propri account, pedinamenti utilizzando la geolocalizzazione di Facebook).
La Guida alla sicurezza online elaborata da Chayn è molto semplice da usare, e sebbene scritta con l’intento di aiutare le donne che si trovano in una situazione di violenza domestica o che subiscono stalking, la guida e i suoi consigli sono validi per chiunque, indipendentemente da genere, luogo o situazione.
La nostra guida è disponibile anche in Inglese, Farsi, Francese, Arabo, Spagnolo, Pashto, Russo, Urdu.
Se ti interessa approfondire la metodologia che abbiamo usato per costruire la guida, a questo link potrai trovare ulteriori informazioni.
Questa guida è coperta da una licenza Creative Commons Attribution 4.0, quindi, nel caso tu sia un/a professionista o un’organizzazione che si lavora con donne che vivono abusi, sentiti libera/o di utilizzare, riorganizzare e distribuire questa guida come meglio credi. Quello che ti chiediamo è di riconoscere e menzionare Chayn come l’autore di questa guida: per noi significa molto!
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In questa pagina trovi una breve panoramica per aiutarti a gestire le questioni legate a salute sessuale e contraccezione. Se cerchi informazioni pratiche e più dettagliate, ti rimandiamo alla Guida apposita in cui puoi leggere tutto quello che ti serve sapere nello specifico su metodi contraccettivi, interruzione di gravidanza, malattie sessualmente trasmissibili e test di laboratorio, consultori e centri di assistenza.
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Infezioni sessualmente trasmissibili (IST) sono quelle malattie che si contraggono attraverso rapporti sessuali, inclusi i rapporti orali e anali. La maggior parte delle ITS non presentano sintomi ed è quindi difficile capire se se ne è affetti.
È diffusa la sensazione che, se non si hanno rapporti occasionali o con partner sconosciuti, la possibilità di contrarre le IST sia molto bassa o quasi inesistente, ma questo non è purtroppo vero. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che ogni giorno 1 milione di persone contraggono una IST.
L’unica prevenzione contro le IST è l’uso del preservativo (maschile o femminile) durante i rapporti sessuali, inclusi i rapporti anali e orali. Inoltre, se sei preoccupata per la tua salute o hai praticato sesso non protetto, è consigliabile che tu veda un medico ed esegua test di laboratorio per accertarti di non aver contratto alcuna malattia.
I test sono anonimi e gratuiti in tutti i Consultori.
Qui trovi anche un elenco dei centri, divisi per regione, che eseguono test per le IST e per l’AIDS. Maggiori informazioni si trovano anche nella nostra Guida.
Qui trovi un elenco dei falsi miti riguardo la trasmissione delle infezioni sessuali.
Qui un elenco delle principali IST individuate dal Ministero della Salute.
Se ti trovi in una situazione difficile, probabilmente senti la necessità di assicurarti di non rimanere incinta per non complicare ulteriormente una situazione già tesa. Se questo è il tuo caso, considera bene la tua situazione e le tue necessità e scegli il metodo contraccettivo che fa meglio al caso tuo. Per una scelta informata ti consigliamo di recarti in un consultorio o dal tuo medico per un consulto, oppure puoi trovare maggiori informazioni nella nostra Guida.
Tra i diversi aspetti da considerare nella scelta del metodo contraccettivo ci sono:
Per una lista dei più diffusi metodi contraccettivi ti rimandiamo al sito della Società Italiana della Contraccezione oppure al sito della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia.
Se, nonostante le precauzioni prese temi che ci sia la possibilità che si sia impiantata una gravidanza indesiderata, ricorda che farsi prendere dal panico non solo è inutile, ma contro produttivo: hai bisogno di essere lucida per agire in fretta, ma anche per prendere le decisioni migliori per te. Inoltre, ricorda che qualunque decisione tu prenda la legge italiana:
a) Se sono passate un massimo di 120 ore (5 giorni) dal rapporto non protetto. Sono in commercio in Italia due tipologie di contraccezione di emergenza: la così detta pillola del giorno dopo e la pillola dei cinque giorni dopo.
Per la pillola del giorno dopo è necessario che ti rechi da un medico e che questo ti prescriva una ricetta con cui puoi andare in farmacia a comprare la pillola. Ricorda che puoi recarti in qualunque consultorio o pronto soccorso. La pillola del giorno dopo va presa entro 72 ore dal rapporto non protetto e ha la sua massima efficacia se assunta nelle prime 12 ore.
Per la pillola dei cinque giorni dopo non hai bisogno della ricetta medica a meno che tu non abbia meno di 18 anni e la puoi acquistare direttamente in farmacia. Ha la stessa efficacia della pillola del giorno dopo e può essere assunta fino a 120 ore dopo il rapporto anche se più passa il tempo più la sua efficacia diminuisce.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che la contraccezione di emergenza non interrompe alcuna gravidanza in corso, pertanto non causa aborto. In Italia ci sono tuttavia alcuni medici che si rifiutano di prescrivere la pillola appellandosi all’obiezione di coscienza.
b) Se dopo il rapporto non protetto non compaiono le mestruazioni. La prima cosa da fare è un test di gravidanza che puoi eseguire fino dal primo giorno di ritardo. Lo puoi acquistare al supermercato o in farmacia per un costo tra i 15 e i 20 euro. Se il test è positivo e intendi interrompere la gravidanza, è necessario per te avere un test di gravidanza “stampato”, contenente il tuo nome e cognome, da poter esibire al medico, per cui rivolgiti al consultorio, ad un laboratorio analisi oppure ad una farmacia che svolge questo servizio. Alcune farmacie restituiscono l’esito in un paio d’ore, altre dopo uno o due giorni.
c) Se il test di gravidanza è positivo. Se il test di gravidanza è positivo e intendi interrompere la gravidanza è necessario che ti rivolga a un medico che può essere il ginecologo del consultorio più vicino ma anche il tuo medico di famiglia o un qualunque medico di cui ti fidi per ottenere il certificato per l’interruzione di gravidanza, che ti verrà rilasciato gratuitamente.
È sempre bene verificare in anticipo che il medico con cui si avrà il colloquio non sia obiettore di coscienza altrimenti si rischia di perdere tempo prezioso.
Se vuoi, puoi recarti al colloquio col tuo partner, ma non sei tenuta a farlo e nessuno può importi che lui sia presente.
Da sapere riguardo all’interruzione volontaria di gravidanza:
Per informazioni più dettagliate sulle quelli che sono i tuoi diritti, possibilità e tutele sia che tu scelga di portare avanti o interrompere la gravidanza, ti rimandiamo alla nostra Guida.
Se hai subito abusi psicologici o fisici in ambito domestico, potresti aver preso in considerazione la possibilità di sporgere denuncia alle autorità. In questa pagina troverai delle informazioni utili per aiutarti a fare una scelta importante e consapevole.
Per cominciare, ti consigliamo di entrare in contatto con un Centro Antiviolenza (CAV) a tua scelta. Le operatrici e le volontarie del Centro Antiviolenza saranno in grado di darti tutte le informazioni ed il supporto di tipo psicologico e legale di cui avrai bisogno; non ti spingeranno in nessun modo a sporgere denuncia contro la tua volontà. Ricordati che la decisione di denunciare chi ti abusa dev’essere presa in modo autonomo e consapevole.
Prima di denunciare, potresti preparare una memoria cronologica degli abusi, raccogliendo il più possibile materiali a sostegno della tua denuncia (es. foto di ferite o ematomi, e-mail minacciose, messaggi scritti o vocali, lettere, registrazioni). Se possiedi dei referti di pronto soccorso, questi costituiranno un dato di prova fondamentale a supporto del tuo caso. La denuncia può essere sporta anche senza referto o ricostruzione immediata dei fatti, ma quest’ultima ti verrà probabilmente richiesta successivamente.
Ti consigliamo di tenere una copia di tutta la documentazione che hai a disposizione in un posto sicuro, o di affidarla ad una persona di cui ti fidi.
Finora abbiamo usato il termine “denunciare” in senso generale, inteso come “informare le autorità degli abusi subiti”. In questa sezione faremo più chiarezza sul significato penale di denuncia e di querela, su quali siano i reati denunciabili alle autorità e quali invece quelli querelabili. Per ulteriori e piú approfondite informazioni legali guarda qui.
È importante sapere che nel diritto penale italiano non esiste la specifica definizione “violenza domestica”; ciò significa che i diversi singoli comportamenti possono rientrare in diverse tipologia di reati (maltrattamenti in famiglia, “stalking”, minaccia etc.). I reati si distinguono in reati perseguibili d’ufficio per i quali non è necessario che sia la persona offesa a chiedere espressamente la “punizione” della persona che commette il reato, e in reati perseguibili a querela di parte che invece necessitano della volontà della persona offesa. L’importanza di questa differenza è più semplice da capire se si considera che reati come lo stupro, non sono perseguibili d’ufficio se non è la donna a sporgere querela. Questo per garantire alla parte lesa la possibilità di scegliere se e quando intraprendere le vie legali e affrontare un processo.
La lista seguente aiuta a fare chiarezza e a distinguere i reati perseguibili d’ufficio, per i quali si può sporgere denuncia, dai reati perseguibili a querela di parte.
DENUNCIA
Lista di reati perseguibili d’ufficio
Non è previsto alcun termine per la presentazione di una denuncia.
QUERELA
Lista di reati perseguibili a querela di parte
La querela deve essere presentata entro 3 mesi dal giorno in cui si ha notizia del fatto che costituisce il reato, eccetto nel caso di reati contro la libertà sessuale (violenza sessuale e stalking), in cui il termine è esteso a 6 mesi.
Per ulteriori informazioni sulla differenza tra denuncia e querela é possibile andare qui.
A seconda della gravità dei reati denunciati, potrebbe venirti offerta l’opportunità di essere inserita per qualche giorno (max. 15 giorni) in una struttura protetta. Al termine di questo periodo, tuttavia, la legge italiana non garantisce un mezzo di protezione per le donne che hanno presentato una denuncia per violenze domestiche. Inoltre, le tempistiche processuali successive alla denuncia o alla querela possono essere molto lunghe, e fino ad allora l’imputato rimane in libertà. Consigliamo perciò di pensare fin da subito ad un “piano di sicurezza” per proteggere la propria incolumità, nel caso in cui non ci si senta al sicuro in casa propria.
In tutti i casi di denuncia o querela per violenze, ti verrà richiesto di testimoniare in Tribunale. La donna può essere sentita alla prima udienza anche senza un rappresentante legale. Consigliamo tuttavia di rivolgersi ad un legale per poter essere assistite al meglio nel corso della causa, sia essa penale o civile (ad esempio una causa di separazione). Per diversi reati riconducibili alla violenza domestica (maltrattamenti, Stalking e altri) lo Stato assicura il gratuito patrocinio alla persona l’assistenza legale sarà quindi gratuita. In determinate condizioni economiche, si può fare richiesta per ricevere il Gratuito Patrocinio a spese dello Stato.
La realtà cambia purtroppo da zona a zona e così se in alcune Procure potresti trovare pool specializzati contro le violenze domestiche, in altre parti del nostro paese la realtà potrebbe non essere così rosea. Per questo la cosa migliore è, prima di avere a che fare con forze dell’ordine o magistratura, recarsi in un centro Antiviolenza o da un legale che potranno aiutarti a ricostruire gli abusi subiti, a raccogliere il materiale che potrebbe esserti di aiuto per la tua causa, a redigere la denuncia o la querela ma che soprattutto ti assisteranno in tutte la fasi del processo che inizierà una volta presentata la denuncia.
Si ringraziano il Centro Petra di Verona e il Centro Antiviolenza di Mestre (VE) per la gentile collaborazione alla stesura di questo testo.
In questa pagina troverai informazioni utili nel caso in cui, oltre a voler denunciare il tuo partner o a chiedere la separazione o il divorzio, non sei una cittadina italiana, sei priva di un regolare titolo di soggiorno o quest’ultimo è legato a quello del compagno.
La violenza domestica davvero non conosce nazionalità, ceto sociale, o religione. Tuttavia, se non sei nata nel paese in cui vivi o comunque non hai ottenuto la cittadinanza o il permesso di soggiorno richiesto, la tua situazione potrebbe essere, purtroppo, più complessa rispetto a quella di una donna italiana.
Le riprovevoli leggi sull’immigrazione che si sono succedute negli ultimi anni nel nostro paese non hanno di certo aiutato, rendendo sempre più faticosa la strada per ottenere un regolare titolo di soggiorno. Se a questo tipo di difficoltà si aggiungono le conseguenze di una relazione violenta, è indubbiamente richiesta una maggiore attenzione e sostegno.
Da donna e migrante potresti subire una discriminazione su diversi fronti, in quanto:
Tutto questo ovviamente oltre agli ostacoli della lingua, dell’isolamento, del timore della condanna da parte della comunità con i quali ti trovi a doverti misurare tutti i giorni.
Alla luce di questo riteniamo che un primo consiglio che possiamo darti è quello di rivolgerti ad una mediatrice culturale. Che cosa è una mediatrice culturale? Si tratta di una figura professionale che ha il compito di facilitare l’inserimento dei cittadini stranieri nel contesto sociale del paese di accoglienza, esercitando la funzione di tramite fra i bisogni delle persone migranti e le risposte offerte dai servizi pubblici.[1] Dalla mediatrice potrai ricevere consigli e assistenza per iniziare questo percorso certamente non facile. Mediatrici culturali possono essere presenti, ad esempio, in consultori familiari o in centri anti-violenza. Qui puoi trovare qualche informazione in più per quanto riguarda la regione Lazio, insieme ad alcuni numeri verdi che sono attivi in più lingue.
Esistono alcune aree di diritto internazionale in cui il tema della violenza domestica si interseca con quello dell’immigrazione. L’Italia ha firmato insieme ad altri paesi europei la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul).
Questa Convenzione caratterizza la violenza contro le donne come una violazione dei diritti umani e come una forma di discriminazione. In particolare per quanto riguarda le donne migranti e rifugiate, la Convenzione prevede un impegno da parte degli Stati membri a prendere misure per garantire che la violenza di genere contro le donne possa essere riconosciuta come una forma di persecuzione, e come una forma di grave pregiudizio che dia luogo a una protezione complementare, ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite Relativa allo Status dei Rifugiati del 1951.
La Convenzione riconosce in maniera compiuta e abbastanza soddisfacente, in presenza di determinate condizioni, il diritto della donna migrante che subisce violenza a vedersi riconosciuta la possibilità - nel caso in cui il suo status di residente dipenda da quello del coniuge autore della violenza nei suoi confronti - ad ottenere un titolo autonomo di soggiorno.
Tuttavia, per sapere quali sono i tuoi diritti nel concreto è necessario fare riferimento al diritto italiano che implementa questa Convenzione a livello nazionale, in particolare all’art. 4 della legge 119/2013, che ha inserito nel testo unico sull’immigrazione (d.lgs 286/1998) la relativa norma (art. 18 bis).
Secondo questa norma, in determinate circostanze il questore – con il parere favorevole dell’autorità giudiziaria o su proposta di quest’ultima – rilascia un permesso di soggiorno per consentire alla persona straniera, priva di permesso di soggiorno, di sottrarsi alla violenza quando siano accertate situazioni di violenza o abuso e emerga un concreto e attuale pericolo per la sua incolumità.
Più specificamente, questo “permesso di soggiorno per le persone che subiscono violenza domestica” viene rilasciato dalla Questura quando sono presenti tutte le seguenti circostanze, ossia:
Il permesso potrà essere rilasciato anche se le situazioni di violenza o abuso emergano nel corso di interventi assistenziali dei centri antiviolenza, dei servizi sociali territoriali o dei servizi sociali specializzati nell’assistenza delle persone che subiscono violenza a cui puoi rivolgerti.
Il permesso ha la durata di 1 anno e consente tra l’altro l’accesso ai servizi assistenziali e allo studio e lo svolgimento di lavoro subordinato e autonomo. Alla scadenza dell’anno, il permesso può essere convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato o autonomo oppure in permesso di soggiorno per motivi di studio.
Notiamo che la norma è stata criticata come contraria alla Convenzione di Istanbul, soprattutto perché richiede un pericolo grave e attuale all’incolumità della donna. Inoltre, il pericolo deve derivare dalla scelta di sottrarsi alla violenza o quale conseguenza delle dichiarazioni rese, requisito che di fatto fa dipendere la possibilità di avere un autonomo titolo di soggiorno dall’attiva partecipazione al processo penale.
[1] Definizione INVALSI, Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di istruzione e educazione.
*Questa pagina è stata predisposta da Chayn Italia con scopo meramente informativo e senza pretesa di esaustività. Non intende né può essere considerato come un parere legale o altro tipo di consulenza legale o professionale.
In questa pagina troverai informazioni utili per preparare un piano di fuga in caso tu decida di lasciare il tuo partner e la casa in cui vivi
DOCUMENTI D’IDENTITÀ e OGGETTI DI EMERGENZA:
DOCUMENTI D’IDENTITÀ e OGGETTI NON STRETTAMENTE NECESSARI:
SOLDI, CARTE DI CREDITO, DOCUMENTI FINANZIARI:
ALTRE COSE CHE POSSONO AIUTARE:
In questa pagina troverai una serie di consigli e precauzioni da prendere in caso tu stia subendo violenza domestica e stia iniziando a temere per la tua vita.
Se stai subendo violenza domestica e stai iniziando a temere per la tua vita, prendi le seguenti precauzioni, specialmente se le violenze accadono di notte:
Qui un elenco di tutte le organizzazioni che affiancano le donne nel percorso di uscita dalla violenza di genere.